Alla Scoperta delle Filosofe Medievali: Un Viaggio tra Spiritualità e Mistica

✍🏻️ Joana Donato

La storia della filosofia nel Medioevo è spesso dominata dai dibattiti intellettuali che si svolgevano nelle università, ma esistono voci femminili significative che hanno sfidato l’ortodossia religiosa e sociale. Le opere di Marguerite Porete, Christine de Pizan e Tullia d’Aragona rappresentano un percorso evolutivo del pensiero femminile, dal misticismo all’affermazione dei diritti delle donne nel contesto filosofico del Medioevo e del Rinascimento.

La storia della filosofia medievale nell’Europa cristiana è spesso descritta come dominata dai dibattiti intellettuali che si svolgevano all’interno delle università. Questo contesto istituzionale è legato soprattutto alla tradizione scolastica, alla quale potevano partecipare solo gli uomini. Tuttavia, questa non era l’unica scena filosofica in Europa durante quel periodo.

Durante il Medioevo, il pensiero ruotava intorno alle interpretazioni filosofiche della religione cristiana, dando luogo al noto rapporto tra fede e ragione o Dio e ragione.

Mentre i dibattiti scolastici erano limitati all’élite colta, esistevano altri circoli intellettuali in cui le donne svolgevano un ruolo cruciale e potevano farsi sentire: il misticismo e il “contemplativismo”.

La maggior parte delle donne filosofe del Medioevo fu educata nelle comunità monastiche e molte di loro raggiunsero una certa importanza. Tuttavia, questa situazione iniziò a cambiare nel XII secolo. Mentre il XII e il XIII secolo furono le epoche più prolifiche del Medioevo per la filosofia, il ritorno alle teorie aristoteliche sul sesso e sul genere portò a una quasi totale esclusione delle donne dalla vita filosofica.

Proprio durante l’Alto Medioevo emerse un gruppo di pensatrici chiamate “mistiche”. Cercavano un contatto diretto con Dio, considerandolo più importante degli esseri umani. Nel corso del Medioevo, molte donne svilupparono le loro idee filosofiche attraverso la via mistica, nonostante i divieti ufficiali.

Le discussioni mistiche e contemplative, infatti, andavano oltre l’élite colta e includevano varie comunità. Tali pratiche rendevano le idee filosofiche accessibili a tutti, focalizzandosi sull’esperienza personale, le pratiche di meditazione e la preghiera contemplativa. Tali pratiche hanno sollevato interrogativi sul loro contributo alla vita comunitaria e sul ruolo del genere nello sviluppo di queste tradizioni intellettuali.

Dato il loro stile visionario, le opere mistiche del XII e XIII secolo sono state ampiamente trascurate dagli storici della filosofia o considerate non filosofiche. Tuttavia, queste opere rappresentano un aspetto rilevante del pensiero filosofico medievale e del contributo delle donne al panorama intellettuale dell’epoca.

Nei proseguo dell’articolo racconteremo la vita e il pensiero di tre filosofe del periodo medievale.

Marguerite Porete e la sfida al pensiero religioso ortodosso

Filosofa medievale Marguerite Porete

Nata nelle Fiandre intorno al 1250, Marguerite Porete fu una beghina e mistica di straordinario intelletto. La sua opera principale, “Lo specchio delle anime semplici”, sfidò il pensiero religioso ortodosso del suo tempo. Questo libro, scritto in vernacolo, esplorava l’amore mistico attraverso un dialogo poetico tra personaggi come Amore, Anima e Ragione.

Marguerite descriveva un percorso spirituale in sette fasi, culminante nell’idea dell’anima annientata – uno stato di perfetta unione con Dio, libera da desideri e volontà propria. Queste idee rivoluzionarie attirarono l’attenzione della Chiesa, che condannò il libro come eretico.

Nonostante la condanna, Marguerite continuò coraggiosamente a diffondere il suo messaggio. Arrestata nel 1308, rimase in silenzio davanti agli inquisitori per oltre un anno e mezzo, rifiutando di ritrattare le sue convinzioni. Il 1° giugno 1310, fu arsa sul rogo a Parigi.

Sorprendentemente, la sua opera sopravvisse in segreto, influenzando generazioni di mistici, tra cui Meister Eckhart. Riscoperta solo nel 1946 da Romana Guarnieri, Marguerite Porete è oggi riconosciuta come una figura cruciale nella storia della spiritualità e del pensiero femminile medievale. La sua vita e le sue idee continuano a sfidare e ispirare, invitandoci a riflettere sul significato dell’esperienza spirituale individuale.

Christine de Pizan: tra Stato Ideale e Femminismo

Filosofa medievale Christine de Pizan

Nata a Venezia nel 1365, fu la prima donna a fare della scrittura il proprio mestiere. Tra le sue opere filosofiche, la più importante è “La città delle dame”, scritta nel 1404. In quest’opera, l’autrice descrisse la costruzione di uno Stato ideale, una città di sole donne in cui regnava il bene. L’autrice personificava la Ragione, la Rettitudine e la Giustizia sotto forma di tre donne. Queste avevano il compito di garantire che le virtù regnassero nella città ideale. In questa utopia, la giustizia, il bene comune e il rispetto per gli altri erano considerati i valori più importanti.

Questa filosofa sostenne anche l’importanza dell’istruzione e dell’indipendenza economica delle donne.

Christine de Pizan è stata una figura di spicco nella storia del femminismo e viene considerata la prima precursora di questo movimento. Infatti, fu un’attiva difensore dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere in un’epoca in cui questi temi non erano oggetto di discussione.

Tullia d’Aragona e il rifiuto dei modelli platonici e aristotelici

Filosofa medievale Tullia d'Aragona

Tullia d’Aragona nacque a Roma intorno al 1510, figlia della cortigiana ferrarese Giulia Campana. Si vantava di essere figlia del cardinale Luigi d’Aragona, nipote del re Alfonso II di Napoli. Ricevette un’educazione raffinata tra Firenze e Siena, ma fu inevitabilmente avviata alla professione di cortigiana.

Il suo talento artistico la portò a Roma, Ferrara e Venezia, dove fu ammirata sia come cortigiana che come donna di lettere. Il suo salotto era frequentato da intellettuali, letterati e personalità di spicco del Rinascimento, tra cui Bernardo Tasso, Ippolito de’ Medici e Filippo Strozzi.

Nel 1543 si sposò con Silvestro Guicciardi per sfuggire alle maldicenze e alle rigide leggi che regolavano la professione di cortigiana. Dal 1545 visse a Firenze, sotto il dominio di Cosimo I de’ Medici, dove pubblicò il “Dialogo dell’infinità d’amore” nel 1547, la sua opera più famosa.

Tullia propose una concezione dell’amore dal punto di vista femminile, rifiutando i modelli e le dottrine contemporanei e platonici e aristotelici. Il suo “femminismo rinascimentale” sosteneva la parità tra uomo e donna di fronte all’eros, sia sul piano intellettuale che in ambito quotidiano.

Nonostante i tentativi di sfuggire alla fama di cortigiana, le malelingue la perseguitarono, chiamandola “la cortigiana degli Accademici”. Dopo la morte della madre e della sorella, si ritirò in solitudine. Morì sola e dimenticata nel 1556, lasciando un’importante eredità letteraria e filosofica.

Certamente, ecco un paragrafo finale più specifico sui contributi delle tre filosofe e le connessioni tra loro:

Un percorso intellettuale per affermare il ruolo della donna nel Medioevo

Le opere di Marguerite Porete, Christine de Pizan e Tullia d’Aragona riflettono una progressiva evoluzione del pensiero femminile nel periodo medievale e rinascimentale. Porete, con il suo “Lo specchio delle anime semplici” sfidò l’ortodossia religiosa proponendo un percorso mistico di unione diretta con Dio aprendo la strada a nuove forme di spiritualità. De Pizan, nel suo “La città delle dame” spostò il focus verso questioni sociali e politiche, immaginando uno stato ideale governato da virtù femminili e sostenendo l’importanza dell’istruzione per le donne. Infine, d’Aragona, nel “Dialogo dell’infinità d’amore” si spinse oltre, rifiutando esplicitamente i modelli platonici e aristotelici e proponendo una visione dell’amore che sosteneva la parità tra uomini e donne. Questo percorso intellettuale riflette una crescente consapevolezza e affermazione del ruolo femminile nel pensiero filosofico, da una dimensione spirituale a una più sociale e infine personale.

Scrittrici o Filosofe? L’importanza del riconoscimento del ruolo delle Donne in Filosofia

Teano, Gargi e Ban Zhao. Pioniere del pensiero filosofico

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