PandemicA. Racconto corale per immagini

Nel mese di febbraio su 100 Mag abbiamo approfondito il tema della “scrittura femminile” e del racconto dell’amore nella letteratura contemporanea.

Ampio spazio è stato dedicato nei mesi scorsi anche al linguaggio della fotografia, attraverso le interviste a diverse autrici che ci hanno portato i loro punti di vista sull’ arte della “scrittura con la luce”.

Una delle artiste che abbiamo intervistato, Giuditta Pellegrini, fotografa, giornalista e autrice del progetto fotografico “Selvatica Ancestrale” è stata anche una delle ideatrici di un importante progetto artistico ed espositivo che, attraverso due mezzi espressivi la fotografia e la scrittura femminile, si propone di raccontare i difficili mesi del lockdown 2020 attraverso un punto di vista di “genere”.

A cinque anni di distanza, è particolarmente interessante chiedersi se il vissuto del periodo del lockdown sia stato lo stesso per gli uomini e per le donne, e se questo periodo abbia o meno radicalizzato diseguaglianze e sperequazioni sociali già esistenti, e per questo abbiamo ricontattato Giuditta Pellegrini

La nascita del progetto “Pandemica” e il ruolo della Casa delle Donne di Terni

PandemicA è un progetto collettivo di fotografia (e scrittura) femminile che cerca di rispondere a questa domanda, nato dalla collaborazione fra Giuditta Pellegrini, che lo ha ideato, e la Casa Delle Donne di Terni, con la partecipazione della designer e photo editor Elena Chiocchia e della fotografa e photo editor Sara Casna.

Come ci ha raccontato l’ideatrice del progetto Giuditta Pellegrini, PandemicA è nata durante il lockdown del 2020, dopo alcuni scambi “virtuali” tra le attiviste della Casa delle Donne di Terni.

In quel periodo è stata inviata una call alle fotografe chiedendo di realizzare dei ritratti (auto-ritratti, ritratti di altre donne, ritratti di famiglia) che spiegassero come loro stessero vivendo la pandemia e le restrizioni legate alla politica del lockdown.

Inizialmente le fotografe si sono autoritratte, poi hanno iniziato a ritrarre altre donne e dopo i primi scatti di alta qualità pubblicati sui social il progetto è diventato una mostra e un catalogo/libro fotografico.

Sono state selezionate 50 immagini accompagnate da altrettanti testi.

Si tratta di un progetto che, pur affrontando un tema molto controverso dal punto di vista sociale e politico, è nato con l’obbiettivo di dare voce alle soggettività e ai vissuti delle donne che hanno partecipato come fotografe e autrici dei testi o che si sono lasciate ritrarre, per restituire un punto di vista diverso da un racconto su quando stava accadendo che sembrava egemonizzato da un punto di vista maschile e che spesso metteva in secondo piano i vissuti personali. Le immagini esposte sono ritratti femminili, autoritratti, ritratti familiari, realizzate sia in bianco e nero che a colori, con diverse tecniche fotografiche e diversi formati, per mettere in luce al massimo la soggettività di ogni singola partecipante al progetto.

“A un certo punto il racconto della pandemia stava avvenendo solo con una voce maschile” ha affermato Giuditta Pellegrini, con il risultato che le donne erano relegate in seconda linea, gravate da un aumento del lavoro di cura, fatto che spesso implicava che uscissero ancora meno degli uomini per paura di portare il virus in casa o nei luoghi di lavoro.

PandemicA è un progetto che è riuscito a dare voce alla complessità del mondo femminile attraverso delle foto-ritratto, accompagnate da un breve racconto di ognuna sul periodo vissuto, per narrarlo da un punto di vista di genere.

Un collage collettivo di ritratti che, imponendo la sua fisicità, sottolinea il ruolo invisibile e subalterno che ancora una volta la storia ha proposto alle donne.

Il periodo della pandemia, ma anche le misure attuate per contrastarla hanno secondo Giuditta Pellegrini e le ideatrici del progetto PandemicA, hanno rimarcato le profonde disuguaglianze di genere insite nella nostra società: sia nella normalità del quotidiano che nell’emergenza, le donne vivono da sempre la doppia difficoltà di dover conciliare la cura della collettività con quella delle proprie vite private, aspetto che si è indubbiamente aggravato nei mesi del confinamento forzato.

Dalla domanda “Che cosa ha comportato questo tempo per le esistenze di donne, compagne, sorelle, lavoratrici, madri? E in che modo verrà ricordato?” è nato quindi il progetto PandemicA.

Il viaggio di Pandemica, da Terni a Bologna al Parlamento Europeo di Bruxelles

Il progetto è stato esposto per la prima volta da marzo a maggio del 2022 presso La Casa delle Donne di Terni in Via Ludovico Aminale, che da diversi anni è un punto di riferimento molto importante della cultura cittadina, con un intenso programma annuale di incontri, corsi, presentazioni di libri e che da due anni, tra le pochissime in Italia, organizza in occasione dell’8 marzo un vero e proprio Festival Culturale: (R)esistenze femministe.

La mostra, composta da 50 fotografie, è stata esposta negli anni successivi a Narni, al festival “Altro Cioccolato” di Città di Castello, al Festival “La Violenza illustrata” di Bologna per poi volare dal 23 al 25 ottobre 2023 al Parlamento Europeo, con i ritratti fotografici, le storie e le riflessioni delle tante donne che hanno partecipato a questo progetto creando una narrazione da un punto di vista femminile di una delle fasi più complesse della storia contemporanea.

Nell’occasione si è tenuto anche il convegno “PandemicA. Uno sguardo femminile sulla pandemia in Europa” con gli interventi di Camilla Laureti (eurodeputata S&D) Claudia Monti (educatrice) Valentina Galluzzi (insegnante) Irene Loesch (regista) e Giuditta Pellegrini (fotografa e giornalista).

L’attualità del progetto PandemicA

In questi giorni il progetto PandemicA è tornato in mostra, da venerdì 7 marzo presso la Sala Mostre del Comune di Grizzana Morandi (Bo) è stata infatti inaugurata una nuova esposizione di questo racconto per immagini.

Quale attualità ha oggi questa mostra, che rievoca un periodo distante esattamente cinque anni?

È utile solo a una riflessione storica su quella stagione o c’è anche un legame con l’attualità?

Lo abbiamo chiesto a Giuditta Pellegrini, che ha ricordato come una delle metafore preferite dai media nella fase della pandemia e delle restrizioni fosse quella bellica: si parlava di “trincee” guerra al virus” e ad essere “in prima linea” anche nel giornalismo erano quasi sempre gli uomini.

In quel periodo si è affermata nel discorso pubblico una narrazione sempre più polarizzata ed escludente, per la quale “o sei con me o sei con il nemico” che non si è conclusa con la fine ufficiale dell’emergenza sanitaria, ma continua ancora oggi nel discorso sui conflitti, sulla guerra, sulle prospettive di riarmo.

Giuditta Pellegrini ha sottolineato che, come sostiene la scrittrice e sociologa marocchina Fatima Mernissi, quando c’è in atto una guerra la prima cosa che succede è che il sistema cerca di annientare la metà della popolazione, quella femminile. I corpi diventano “campi di battaglia” e ad essere sotto attacco sono i diritti che si credevano acquisiti, come quello all’IVG, al diritto di scelta sul proprio corpo, all’indipendenza economica.

Per questo nella presentazione del progetto a Grizzana Morandi è stato dato ampio spazio alla riflessione sull’attualità, per “rompere la cortina e dare voce alle soggettività che non si riconoscono nel discorso mainstream sulla guerra” come ha affernato Giuditta Pellegrini, e per cercare di contrastare tramite lo sguardo femminile la violenza insita nella narrazione polarizzante ed escludente che negli ultimi anni ha preso sempre più forza nel discorso pubblico.

Crediti

Le foto dell’articolo:

Antonella ©  di Giuditta Pellegrini

Maria Pia © di Giuditta Pellegrini

Valentina © di Agnese Cascioli

Autoritratto © di Federica Lazzari

Rose © di Giuditta Pellegrini

Autoritratto © di Diana Bovolone

PandemicA. Racconto corale per immagini

Un progetto di: Giuditta Pellegrini e Casa delle Donne – Terni Donne APS

Le fotografe: Diana Bovoloni, Roberta Bruschetta, Agnese Cascioli, Sara Casna, Elena Chiocchia, Federica Fioretti, Cristina Fontana, Giorgia Guenci Villa, Claudia Ioan, Federica Lazzari, Massiel Leza, Marcella Menozzi, Grazia Morace, Roberta Paolucci, Giuditta Pellegrini, Emanuela Pepe, Paola Perrone, Uliana Piro, Marika Puicher, Francesca Zito.

Testi di: Francesca Agostini, Francesca Ascione, Sara Azzarelli, Tiziana Battistoni, Noemi Bitonti, Diana Bovoloni, Martina Canali, Raffaella Chiaranti, Elena Chiocchia, Anna Maria Civico, Monica Consolini, Anna Dal Bo, Siri Del Gaudio, Alessandra Della Spoletina, Francesca Ehirobo, Cristina Fioretti, Federica Fioretti, Cristina Fontana, Valentina Galluzzi, Giorgia Guenci Villa, Claudia Ioan, Federica Lazzari, Massiel Leza, Irene Loesch, Sophia Loesch Onofri, Marika Losardo, Francesca Mannini, Silvia Menecali, Rose Mirembe, Claudia Monti, Grazia Morace, Elena Morante, Roberta Paolucci, Giuditta Pellegrini, Emanuela Pepe, Antonella Petrazzuolo, Valentina Petrelli, Silvia Piersanti, Uliana Piro, Marika Puicher, Teresa Rossano, Roberta Rossi, Valentina Rossi, Alice Gargagliano, Maria Pia Salvatelli, Paula Satta Di Bernardi, Nicole Schiaretta, Simona Schiavoni, Antonella Tavaglione, Giovanna Vendramin.

Photo editing: Sara Casna

Grafica: Elena Chiocchia

Sito: Sophia Loesch Onofri

Voce narrante: Elisa Gabrielli

Coordinamento: Irene Loesch, Valentina Galluzzi, Claudia Monti

                                               Andrea Macciò

Giuditta Pellegrini e il progetto Selvatico Ancestrale (100donnevestitedirosso.com) L’altro progetto fotografico di Giuditta Pellegrini Selvatico Ancestrale

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