Negli ultimi anni anche in Italia nel mondo editoriale e letterario si parla moltissimo del “romance” un genere letterario che nell’immaginario collettivo è associato a una letteratura “scritta da donne per le donne”.
Ma che cosa si intende esattamente per “romance”?
Il termine deriva dalla letteratura inglese (un sinonimo è “romantic novel”) e identifica il genere letterario nel quale l’elemento principale della narrazione è la relazione tra i due protagonisti.
La storia d’amore (o le storie d’amore), le diverse sfumature dei sentimenti, il vissuto intimo e personale dei personaggi sono il cuore dell’intreccio di ogni romantic novel, ma nella produzione letteraria contemporanea molto spesso il romance incontra e si sovrappone ad altri generi: il romanzo erotico, il giallo, il romanzo storico, il fantasy.
La critica letteraria, che è stata per moltissimi anni uno degli ambiti culturali e professionali dominati da un punto di vista maschile, ha storicamente operato una distinzione tra il romanzo a sfondo storico e sociale e quello a sfondo intimista e sentimentale, considerando quest’ultimo un genere “minore” in quanto scritto e letto in prevalenza dalle donne.
Negli ultimi anni alcune autrici italiane come Anna Premoli, Felicia Kingsley, Erin Doom e Francesca Giannone con il suo “La portalettere” hanno operato una sorta di rivoluzione del mercato editoriale italiano, rivitalizzando un mercato editoriale stagnante, scalando la classifica delle vendite e portando all’attenzione di tutti la centralità del “romance” e dei suoi temi portanti, l’amore, l’intimità, l’importanza dei sentimenti e delle relazioni, per la scena letteraria di oggi.
Al grande ritorno del “romance” (considerato l’equivalente contemporaneo di quello che nel secolo scorso era chiamato il “romanzo rosa”) hanno contribuito senza alcun dubbio anche le enormi possibilità offerte dall’esplosione del self publishing e delle piattaforme come Wattpad, che hanno permesso una rinascita “digitale” della storica tradizione del romanzo d’appendice.
Il romance di oggi rappresenta l’universo dell’amore e dei sentimenti a 360 gradi secondo la sensibilità contemporanea, la libertà delle donne in ambito sentimentale e sessuale, e le relazioni amorose attorno alla quale ruota la narrazione rispecchiano la molteplicità delle forme dell’amore nella vita reale, differenziandosi dal “romanzo rosa” tradizionale che ruotava inevitabilmente intorno a una coppia eterosessuale e a una divisione “tradizionale” dei ruoli di genere.
Il pregiudizio verso il “romance” e una letteratura “scritta dalle donne per le donne” considerata una letteratura minore quella dove l’intimismo e il racconto dei sentimenti e delle relazioni prevalgono sull’affresco storico o sull’impegno sociale è ancora fortissimo.

Le donne scrivono solo d’amore? Il dibattito sul romance e la scrittura femminile
Ma perché ancora oggi una parte della critica tende a considerare automaticamente “romance” tutti i libri scritti da una donna, intendendo con questa tesi ridimensionarne il valore letterario?
E perché pochissimi uomini scrivono “romance”?
In un articolo di alcun mesi fa che ha fatto molto discutere, intitolato appunto “Il grado zero del romance” e uscito su Doppio Zero, l’autore Guido Boninasostiene che in un mercato editoriale nel quale le opere narrative scritte da donne iniziano a prevalere in maniera significativa su quelle degli uomini, l’afflato intimista e sentimentale del “romanzo d’amore” sia diventato la cifra dominante della letteratura italiana (e non) contemporanea.
Nel mondo editoriale e nell’immaginario sociale contemporaneo esiste ancora un doppio pregiudizio, uno che considera “minore” la scrittura e la letteratura femminile, e l’altro che considera “minore” la letteratura di genere e in particolare quella che mette in primo piano l’amore, i sentimenti, le relazioni, lo scavo nel sentire intimo dei personaggi invece che l’affresco storico o l’impegno sociale.
Questo fenomeno è per Bonina segno di un decadimento complessivo della qualità letteraria.

Il “gender gap” del mercato editoriale e le sue ragioni
La realtà è molto diversa: il mercato editoriale di oggi è in gran parte sostenuto dalla scrittura e dalla lettura femminile.
Le ragazze tra i 12 e i 24 anni in particolare leggono molto più dei loro coetanei maschi, e il “romance” è uno dei generi che trainano la scena editoriale contemporanea, in grado di avvicinare alla lettura anche le generazioni più giovani. Sono proprio le ragazze della Generazione Z ad aver decretato non solo la tenuta del mercato editoriale contemporaneo, ma anche il rinnovato successo di un genere letterario che mette al centro l’amore, i sentimenti, le relazioni. Non solo, ma un imprevedibile effetto collaterale del periodo del lockdown e dalle scarse occasioni di vivere la socialità “reale” e l’amore che sono state offerte per quasi due anni a questa generazione è stata proprio l’esplosione del passaparola “letterario” sui social, dei gruppi di lettura, delle book blogger, delle “bookstagrammer”, delle “booktoker” oltre ovviamente al self publishing.
In risposta agli articoli di Guido Bonina sono usciti numerosi articoli. Ci soffermiamo qua alcuni dei più incisivi, quello uscito su “Doppio Zero” a firma di Giulia Caminito su “Letterate Magazine” quello su “The Parallel Vision” a firma di Ilaria Alleva (entrambe a loro volta autrici) e quello su “Il Foglio” di Donatella Borghesi, che cercano non solo di dimostrare che “le donne non scrivono solo romance” e che ci sono moltissime scrittrici di successo e di qualità in generi come il thriller, il fantasy e la fantascienza, ma anche di cercare una spiegazione al “gender gap” nella lettura che è in crescita da almeno trent’anni, per il quale le donne leggono (e scrivono) molto più degli uomini.
L’ipotesi è che le donne siano state abituate per secoli a leggere di tutto, sia i “romanzi rosa” che i romanzi di altro genere o i classici, chiunque li avesse scritti, mentre ancora oggi per molti uomini è percepito come “svirilizzante” farsi vedere con in mano un romance e più in generale un libro scritto da una donna.
Le tesi sostenute in questi due articoli sono condivisibili: nella società di oggi la maggioranza delle donne è riuscita a liberarsi del condizionamento degli stereotipi di genere che le ha condizionate per secoli, mentre una buona parte degli uomini continua ancora a essere prigioniera di un modello sociale stereotipato del maschile. “I sentimenti, l’educazione sentimentale, l’amore e i tormenti emotivi che ne conseguono sono affare di tutta l’umanità, non delle donne” sostiene giustamente nel suo articolo Ilaria Alleva e tuttavia il pregiudizio che molta critica (che considera de facto un segno di decadenza la “femminilizzazione” del mercato editoriale) e molti lettori uomini continuano a mostrare verso il romance (ma non verso altra letteratura “di genere”) mostra che il lavoro da fare è ancora molto, e che nell’immaginario collettivo “l’educazione sentimentale” e il discorso intorno agli affetti e alle relazioni sono considerati un ambito prevalentemente (se non esclusivamente) femminile.
Donatella Borghesi nel suo articolo cita una nota battuta dell’avvocato Gianni Agnelli “si innamorano solo le cameriere” per ricordare come gli uomini di potere di tutti i tempi abbiano sempre dimostrato un pregiudizio fortissimo verso un presunto “sentimentalismo” eccessivo delle donne e considerato la scrittura femminile un prodotto di intrattenimento di serie B.
Il modello narrativo del “rosa” prima e del “romance” poi è di solito basato sul lieto fine, e secondo l’articolo di Donatella Borghesi è apprezzato molto anche oggi perché permette di sognare un mondo diverso da quello contemporaneo, un mondo nel quale “l’amore non ci faccia male”.

I temi sociali e di attualità nel romance
Il tema delle relazioni personali e sentimentali, dell’amore e delle sue declinazioni, non è solo un tema “intimista” e psicologico, ma è anche un argomento di interesse culturale e sociale, perché è a partire dalle relazioni che si costruisce il modello di interazione e convivenza che caratterizza le società.
Di conseguenza, nonostante in genere effettivamente si concluda con un lieto fine, attraverso il modello narrativo del “romance” è possibile trattare tramite il filtro letterario e creativo temi di assoluta rilevanza e attualità, come la violenza di genere, lo stalking, il bullismo, il punto di vista di una generazione, quella cosiddetta “Z” che è spesso fraintesa e considerata con troppa sufficienza da quelle più adulte.
Nei prossimi articoli parleremo di alcuni romanzi di autrici emergenti che, partendo da una struttura narrativa che mette al centro la relazione tra i due protagonisti, trattano con un linguaggio accessibile e interessante gli aspetti oscuri dell’amore e delle relazioni, oltre a temi sociali molto delicati: “Il mio love bomber” e “Syrius’s Gift” di Priscilla Potter e “Panta Rei. Quando l’amore da voce al silenzio” di Simona Laurenza.
Articoli citati
Ilaria Alleva, Le donne non scrivono solo romance, è ora di impararlo, The Parallel Vision, Le donne non scrivono solo romance, è ora di impararlo – The Parallel Vision – 10 anni con voi!
Guido Bonina, Il grado zero del romance, Il grado zero del romance | Gianni Bonina (doppiozero.com)
Donatella Borghesi, Perché le più giovani impazziscono per il romance, Perché le più giovani impazziscono per il romance | Il Foglio
Giulia Caminito, Le donne non sanno scrivere altro che d’amore, per fortuna LE DONNE NON SANNO SCRIVERE D’ALTRO CHE D’AMORE, PER FORTUNA • LetterateMagazine. Scritture Politiche Culture
Andrea Macciò