Teano, Gargi e Ban Zhao. Pioniere del pensiero filosofico

✍🏻️ Joana Donato

Le voci delle donne nell’antichità sono state ampiamente ignorate o messe a tacere nella letteratura, nelle narrazioni storiche, nei discorsi filosofici e nella vita politica.

Poiché le attività filosofiche erano considerate principalmente un dominio degli uomini d’élite, le donne, gli schiavi e le altre minoranze sono stati spesso esclusi dalla narrazione.

Per quanto ne sappiamo, la maggior parte delle donne filosofe antiche erano pitagoriche e neoplatoniche, anche se molte erano stoiche, epicuree e cirenaiche.  Come molti dei loro omologhi maschili, credevano nell’esistenza dell’anima, che poteva diventare immortale e trascendere il corpo, se adeguatamente purificata attraverso la filosofia.

Nell’antichità non era raro che un filosofo fosse anche sacerdote, poeta e politico.

Un esempio sono le donne dell’antica Grecia e Roma, per le quali diventare una sacerdotessa o una poetessa – possibilità riservata alle donne provenienti da famiglie aristocratiche – era l’unico modo per sviluppare una vita intellettuale. A causa del loro ruolo nelle società tradizionali, le loro filosofie tendevano a essere più spirituali che politiche, tuttavia le donne riuscivano a far parte dei circoli intellettuali che influenzavano il potere e la politica.

È proprio dalla Grecia che inizia il viaggio alla scoperte delle filosofe dell’antichità. Attraverso le storie di tre donne filosofe ripercorreremo il cammino di questa disciplina in diverse aree geografiche. Un assaggio che non può essere esaustivo ma che da l’idea di quanto si debba parlare del contributo delle filosofe allo sviluppo del pensiero umano.

Teano di Crotone

Teano di Crotone (546 a.C.), moglie del matematico e filosofo greco Pitagora. Le si attribuiscono trattati di matematica, fisica, medicina e psicologia infantile.

La sua opera più importante è la spiegazione del principio della media aurea.

A Crotone, infatti, Pitagora aveva fondato una società quasi religiosa dedicata alle speculazioni matematiche e filosofiche sulla natura dell’universo.

Le fonti storiche riportano che Teano, dopo la morte di Pitagora, diventò insegnante di matematica presso la scuola di Crotone e che diresse la scuola pitagorica nell’Italia meridionale alla fine del VI secolo a.C.

Anche le sue tre figlie divennero filosofe pitagoriche.

filosofe dell'antichità, Teano di Crotone

Gargi Vachaknavi

Gargi Vachaknavi – nata in India intorno al 700 a.C. da una lunga stirpe di saggi Garga – era una saggia e una filosofa naturalista.

Fin da giovane dimostrò un forte interesse per le scritture vediche e divenne molto competente nei campi della filosofia. La maestria dimostrare nei Veda e nelle Upanishad (testi religiosi in sanscrito e base dell’induismo) le diede la possibilità di partecipare a dibattiti intellettuali con pensatori e altri filosofi di rilievo.

Di fatti il suo nome prese fama grazie alla partecipazione al “Brahmayajna”, un dibattito filosofico organizzato dal re Janaka di Videha, in cui il saggio Yajnavalkya veniva sfidato con domande complesse su argomenti come lo stato eterno dell’anima.

filosofe dell'antichità, Gargi Vachaknavi

Ban Zhao

Nata a Ban Zhao nel 45-116 d.C., durante la dinastia Han, in una famiglia d’élite che intratteneva rapporti con la corte imperiale, Ban Zhao visse ad Anling, nei pressi dell’odierna Xianyang.

Ban Zhao è nota per essere stata la prima filosofa, studiosa e poetessa cinese.

Con uno spiccato interesse per l’astronomia, la matematica, la storia, la poesia e le argomentazioni, ha contribuito notevolmente alla cultura e alla filosofia cinese.

La sua opera, “Precetti per le donne”, è diventata il trattato più popolare sull’educazione e il comportamento delle donne in Cina. Molte interpretazioni di “Precetti per le donne” indicano che si tratta di un testo fondante del femminismo confuciano.

Sebbene il confucianesimo possa sembrare misogino, Ban Zhao enfatizzò gli insegnamenti confuciani che si concentravano sull’azione sociale, sui ruoli e sulle responsabilità delle donne, che avrebbero contribuito a un equilibrio dei ruoli di genere e a una società armoniosa.

Nelle sue Lezioni per le donne, dedicate alle sue figlie, Ban Zhao fa riferimento ai classici della filosofia e sostiene la necessità di insegnare a leggere e scrivere a ragazze e ragazzi in egual misura: fare altrimenti significa, secondo Ban Zhao, “ignorare la relazione essenziale” tra uomini e donne.

filosofe dell'antichità, Ban Zhao

Continua nelle prossime settimane l’approfondimento sul ruolo delle Donne in Filosofia.

Leggi anche: “Scrittrici o Filosofe? L’importanza del riconoscimento del ruolo delle Donne in Filosofia

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