
La “Luna del Grano” è un progetto nato sull’onda dei cambiamenti profondi avvenuti nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni, dal 2017 in poi con un ulteriore aumento dal 2020-2021, si è verificata una crescita significativa delle dimissioni volontarie da posizioni di lavoro dipendente, che ha riguardato in maniera prevalente le donne e in particolare le neomamme.
Quello delle “grandi dimissioni” è un fenomeno che negli ultimi anni è stato studiato a fondo dalla sociologia, sia nei paesi anglosassoni che in Italia, dove Francesca Coin ha dedicato allo stesso il libro omonimo “Le grandi dimissioni” del 2022, ed ha ragioni politico-sociali e culturali varie.
Una di esse è senza dubbio la crescente inconciliabilità tra vita e lavoro che colpisce soprattutto le donne che svolgono anche un ruolo di caregiver in ambito familiare e personale.
Per cercare di dare una risposta alle esigenze di moltissime donne spesso “costrette” a dimettersi da un contesto nel quale la piena parità di genere è ancora lontanissima, Sonia Zappitelli nel 2022 dopo essersi dimessa da una posizione a tempo indeterminato in una grande azienda nella quale si occupava di risorse umane e welfare aziendale ha creato assieme alla co-founder Elisabetta Pesenti “La Luna del Grano” una start-up innovativa società benefit che offre alle aziende pacchetti di servizi, formazione e consulenza da inserire all’interno delle misure di welfare aziendale, dedicati a supportare la maternità e la paternità in azienda, sensibilizzando sulle tematiche e portando un reale cambiamento culturale.
“La Luna del grano” è la luna piena del mese di agosto, nel quale i campi raggiungono la loro massima pienezza e il loro massimo splendore. La Luna del Grano simboleggia la fertilità e la maternità dei campi, della Terra e metaforicamente la fertilità e la maternità della donna.
Per la loro nuova start up Sonia Zappitelli ed Elisabetta Pesenti hanno scelto un nome evocativo, legato anche alla storia personale, e che trasmette un’aura di benessere, concretezza e evoluzione interiore.
Per approfondire il tema dell’insufficiente parità di genere nei luoghi di lavoro, delle difficoltà che incontrano le donne che rientrano al lavoro dopo la maternità, delle “grandi dimissioni” e dell’inconciliabilità tra vita e lavoro, e delle possibili risposte a tutti questi fenomeni, abbiamo incontrato e intervistato Sonia Zappitelli, founder de “La Luna del Grano” .
Le grandi dimissioni e il sorgere di un “Luna nuova”
Puoi raccontarci quale percorso personale e professionale ti ha portato a decidere di fondare “La Luna del Grano”?
Oggi sono una consulente welfare, negli ultimi anni ho lavorato nel mondo corporate e mi sono occupata di piani di welfare per le aziende e progettazione di servizi per l’ottenimento della certificazione di parità di genere UNI Pdr 125.
Dal punto di vista della formazione, arrivo da studi di filologia e ho puntato a una professione che rispecchiasse molto la mia inclinazione umanistica, come occuparsi di cercare di umanizzare i processi di risorse umane e management all’interno delle aziende.
Quando nel 2020/2021 sono diventata mamma per la prima volta, ero dipendente di una grande multinazionale e gestivo i piani di progettazione welfare, di welfare aziendale, per creare supporto ai lavoratori.
L’obbiettivo era rendere i luoghi di lavoro più a misura delle persone, con servizi che rispondessero alle loro necessità.
La mia inclinazione è stata quella di dedicarsi ai caregiver, le persone che si prendono cura di altre persone in casa.
Oggi nelle aziende si riscontra spesso una monopolizzazione del tempo delle persone per le attività di lavoro, in modo tale che per gli affetti e le inclinazioni personali ne resta fin troppo poco.
Nel 2021 sono diventata anche io mamma per la prima volta, mi sono accorta dell’insufficienza dei supporti alla genitorialità nel mondo del lavoro, e ho toccato con mano la difficoltà del rientro in attività dopo la maternità.
Per una neomamma è difficilissimo ricrearsi il proprio ruolo, non più solo di lavoratrice ma anche di mamma, in un lasso di tempo così stretto, come quello che passa dalla maternità al rientro al lavoro.
Quello della post-maternità è un periodo di forte frustrazione e transizione, le aziende non considerano quello che accade in questo periodo e sembrano convinte che ci sia un meccanismo di “accendi e spegni”: prima eri una lavoratrice, poi sei una mamma, e finito il periodo di maternità obbligatoria torni quella di prima.
Non è così, devono essere presi in considerazioni gli aspetti psicologi, logistici e di comunità.
Credo che sia necessario combattere dall’interno il gender gap nei luoghi di lavoro, permettendo alle donne di riprendere la propria carriera e mantenere la stabilità economica.
I dati confermano che la maternità in azienda è un vero e proprio terremoto per le donne, da questa esperienza scaturisce tutta una serie di elementi che le porta a perdere oltre l’80% del proprio stipendio.
La maternità per le donne è uno spartiacque, mentre la carriera dell’uomo, del papà, non subisce alcuna modifica in negativo.
Nel 2021, dopo essere diventata mamma, ho toccato per la prima volta con la mia pelle tutte queste difficoltà e l’impossibilità di conciliare i due ruoli.
Nel 2022 mi sono dimessa e ho deciso di tentare, in maniera un po’ folle e coraggiosa, di provare a combattere dall’interno queste dinamiche e portare io un qualcosa che ancora non c’era.

Una start up innovativa con vocazione sociale
Quando hai deciso di fondare “La Luna del Grano” e quali servizi offre oggi?
“La Luna nel Grano” nasce a Genova nel 2023, è una start up innovativa e una società benefit che nasce con l’obbiettivo di portare nelle aziende un servizio di supporto per le neomamme.
Abbiamo costruito per le neomamme “Back@work” un “percorso tecnologico” e scalabile (grazie a questo percorso, possiamo usufruire del bollino di “start up innovativa”) con una vocazione sociale, pensato per il rientro al lavoro delle neomamme (che coinvolge anche i papà) volto a mitigare le principali criticità. L’obbiettivo è quello di entrare nelle aziende e rivoluzionare dall’interno il concetto di maternità, genitorialità e supporto al care giver.
Il percorso è pensato in 5 Step, 5 aree di supporto alle neomamme.
Il progetto nasce a Genova con la collaborazione di una rete di professioniste e professionisti del supporto alla maternità.
Il primo step è una video “Academy” nella quale cerchiamo di raccontare e motivare tutte le principali problematiche che una neomamma può portare sul lavoro: distacco dal bambino, gestione del senso di colpa, della coppia, della famiglia, del tempo, come proseguire o meno l’allattamento.
È convinzione comune che la “mamma sa come fare” ma nella società di oggi, nella quale si è perso molto il senso della comunità e della famiglia, le donne che diventano madri devono apprendere da sole tutta una serie di competenze, e spesso non averle genera stress e frustrazione.
L’utilizzo eccessivo dei social media, porta ad avere informazioni veicolate da “guru” della situazione, informazioni che possono portare a dis-apprendimento e confusione. La nostra è un’academy molto semplice e chiara.
Segue un’area di coaching, nella quale insegniamo a ritrovare la grinta e le motivazioni, anche tramite autoconsapevolezza, sulla gestione della dualità dei ruoli: mamma, ma anche lavoratrice.
Dopo questa parte totalmente gestita da remoto, si passa a un percorso più personalizzato, nel quale, tramite un’analisi condotta da assistente virtuale, andiamo a chiedere alla neomamma qual è l’area di criticità maggiore, aprendo una finestra di dialogo con i nostri professionisti, ai quali la neomamma può chiedere aiuto.
Un aspetto importante è che noi, pur avendo la sede principale a Genova, cerchiamo di lavorare su tutti i territori, perché un conto è rientrare al lavoro a Milano o Roma, un conto è rientrare in un paese della provincia: molte aziende hanno la sede centrale a Milano, e numerose sedi locali sparse per l’Italia.
Noi cerchiamo di superare anche questa “discriminazione” legata al territorio e mettere a disposizione tutte le competenze possibili della nostra rete di supporto professionale anche a chi rientra al lavoro in piccole città o in provincia, nelle quali è molto più difficile trovare il supporto di professionisti adatti.
Un esempio può essere la gestione del sonno: se un bambino non dorme la notte, questo può portare nella madre a uno scompenso e a una cattiva gestione delle energie.
Questo è uno dei temi sui quali mettiamo a disposizione i nostri esperti.
L’ultimo step è quello del counselor, strumento utile per le aziende.
Cerchiamo di capire se a livello di organizzazione aziendale ci sono cose che potrebbero essere fatte meglio nell’aiutare la mamma a superare le difficoltà della ripresa delle attività.
Andiamo a lavorare con l’azienda, per creare parental policy e strumenti di welfare aziendale coperto da normativa.
Piani di welfare, supporto ai caregiver, implementazione dello smart working, flessibilità oraria,
Nel 2023 siamo partite con un progetto basato solo sulle neomamme, ma in sei mesi il mercato stesso ci ha fatto capire che era importante andare a lavorare non solo sulla neomamma, ma sull’intero nucleo familiare.
In quest’ottica credo che la parità di genere si possa raggiungere andando a combattere non solo le discriminazioni dirette nei confronti delle donne, ma anche i retaggi culturali, gli stereotipi e i bias legati al ruolo del papà.
Abbiamo costruito anche un percorso per il rientro al lavoro dei papà e di accompagnamento alla genitorialità. Quello che oggi offriamo alle aziende sono strumenti di supporto alla genitorialità a 360 gradi.
L’attività de “La Luna del Grano” nel contesto lavorativo di oggi
I vostri clienti sono direttamente le aziende?
Si, siamo un’azienda business to business. Le aziende possono usufruire dei nostri servizi e proporli direttamente ai lavoratori, all’interno di un percorso di welfare aziendale. Il cliente è l’azienda, e di solito tramite un contratto annuale che prevede l’attivazione di n-utenze durante quel periodo.
Nel sito della tua azienda c’è un riferimento al rapporto tra la maternità e il fenomeno delle “grandi dimissioni” di solito letto come una reazione alle politiche di gestione della crisi sanitaria del 2020-2021. Le “grandi dimissioni” sono legate solo a questo o ci sono altre motivazioni, legate al tema della parità di genere?
Si parla moltissimo delle “grandi dimissioni” post covid, intendendo che in quella fase le persone si sarebbero “svegliate” convinte che il loro tempo avesse un valore, meno inclini a dedicare la maggior parte della loro vita solo ed esclusivamente al lavoro.
Si parla meno del fenomeno delle dimissioni volontarie delle donne e lavoratrici neomamme.
Qua il trend inizia molto prima, parte dal 2017/2018 in poi, e potrebbe essere correlato alla norma che tutela le madri lavoratrici in dimissioni volontarie entro il primo anno di vita del bambino.
Questa norma, che prevede un anno di erogazione della Naspi con le dimissioni volontarie delle neomamme, a mio avviso è inadeguata e inefficace nel supportare il lavoro femminile.
Da quel momento c’è stato un innalzamento delle dimissioni volontarie delle donne dopo la maternità, con la prospettiva di poter gestire anche per un anno l’attività familiare in maniera retribuita.
In un contesto di difficoltà generale per il lavoro femminile e per il rientro in attività delle donne la norma è stata assolutamente controproducente.
Molte donne, invece che puntare sul rientro al lavoro trovando delle soluzioni di compromesso con l’azienda, hanno preferito puntare su questo periodo di Naspi.
Solo nel 2022 ci sono state oltre 42mila dimissioni volontarie delle donne, secondo i dati dell’Inps.
Io non ho avuto possibilità di richiedere la Naspi, ma quando ho fatto richiesta di dimissioni volontarie sul sito dell’Inps, nel quale si richiedono le motivazioni per le quali ci si sta dimettendo (per prevenire fenomeni di discriminazione o mobbing) quello che ho trovato è stato illuminante.
Erano già presenti una serie di motivazioni, come l’impossibilità di conciliare, la distanza dal luogo di lavoro, il negato part time: come se sapessero già quali sono le motivazioni delle dimissioni delle neomamme, e chiedessero solo il perché. Le dimissioni per me sono state fonte di frustrazione e sconfitta, nello stesso tempo sapere che c’erano altre 42mila donne in questa situazione mi ha fatto sentire meno sola.
Mi sono anche chiesta: ma se non ci riesco io che lavoro nel settore risorse umane e welfare, come posso riuscirci donne che lavorano in altri settori?
Per questo ho creato “La Luna del Grano” anche per un senso di riscatto personale e di tutte le 42mila donne che nel 2022 si sono dimesse dopo la maternità. C’è un legame fortissimo tra questa norma e l’aumento delle dimissioni delle donne.
Certo, è vero che le dimissioni si sono impennate anche dopo il covid, con un aumento del 20/30% dopo il 2021, penso perché in quel periodo le attività di cura delle donne si sono quadruplicate.
Negli ultimi anni dal 2020 in poi abbiamo assistito a una massiccia implementazione dello smart working. Come ha impattato questo cambiamento sulle madri lavoratrici e sul lavoro femminile in generale?
Lo smart working per il lavoro femminile è stato un boomerang, un fenomeno negativo. È vero che in teoria dalla scrivania di casa, in pigiama, riesci a lavorare, fare la lavatrice, tenere d’occhio i bambini, cucinare.
Ma il carico mentale delle donne così è aumentato fino a diventare spesso insostenibile, provocando situazioni di disagio e burn out.
Si parla spesso di “inconciliabilità tra vita e lavoro” nelle situazioni nelle quali è necessaria una figura di accudimento familiare. Per quale motivo a tuo avviso questa inconciliabilità penalizza soprattutto il lavoro delle donne?
Il lavoro femminile è quello che viene penalizzato perché si parte già da una base di partenza inferiore. Il “gap” retributivo parte dal livello base, poi peggiora con la maternità e i permessi per la 104, che sono quasi sempre erogati alle donne. Quando si rende necessaria una figura di accudimento familiare, come nel caso della nascita di un figlio, lo stipendio sacrificato è quello della donna, perché è più basso.
Andrea Macciò ✍🏻️
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