Le filosofe iniziarono a farsi strada, sfidando le opinioni tradizionali e contribuendo alla “querelle des femmes”. Durante l’epoca moderno, il campo della filosofia ha iniziato a concentrarsi sulla ragione o sull’intelletto dell’essere umano. A loro volta le donne diedero il loro fondamentale contributo sfidando le opinioni tradizionali.
Autrici come Marie de Gournay, nel suo “L’uguaglianza degli uomini e delle donne” (1622), utilizzarono argomenti scettici e fideistici per affermare l’uguaglianza delle donne, superando il tradizionale approccio basato sugli esempi. Analogamente, l’olandese Anna Maria van Schurman in “Whether a Maid May Be a Scholar? (1659) e la messicana Sor Juana Inés de la Cruz in “Risposta a Sor Filotea” (1700) adottarono modelli scolastici di argomentazione per esplorare la natura femminile e l’accesso delle donne all’istruzione.
Alla fine del XVII secolo, le filosofe cominciarono ad occuparsi anche di filosofia naturale. A Parigi, Jeanne Dumée, e in Inghilterra, Aphra Behn, difesero la teoria eliocentrica di Copernico.
Tuttavia, fu Margaret Cavendish a distinguersi come la filosofa donna più prolifica del periodo, pubblicando numerosi lavori che coniugavano il materialismo con un modello organico del cambiamento naturale e un rifiuto delle spiegazioni meccaniche. I suoi contributi segnarono una significativa rottura con il pensiero filosofico tradizionale.
Le filosofe e la stagione illuminista
L’Illuminismo e la Rivoluzione francese offrirono alle donne nuove opportunità per farsi valere nei dibattiti intellettuali e politici. Pensatori come Voltaire, Rousseau e Diderot enfatizzarono la ragione, i diritti individuali e la ricerca del sapere, creando un terreno fertile per le donne desiderose di sfidare le norme sociali.
Mary Wollstonecraft, con il suo “Rivendicazione dei diritti della donna” (1792), difese l’istruzione e l’uguaglianza femminile, diventando una figura fondamentale nella filosofia femminista. Nel frattempo, Olympe de Gouges e Madame de Staël emersero come figure influenti: de Gouges, in particolare, scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), sostenendo i diritti politici delle donne.
La Rivoluzione francese giocò un ruolo cruciale nell’aumentare la visibilità delle donne filosofe. Gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità ispirarono molte donne escluse dai diritti politici, ma pronte a partecipare alla trasformazione della società.
Olympe de Gouges, ad esempio, si batté con determinazione per l’inclusione delle donne nella politica, usando i suoi scritti per difendere l’uguaglianza di genere in un periodo di profondi sconvolgimenti politici. Questi sforzi facevano parte di un cambiamento più ampio che coinvolgeva i circoli intellettuali, dove le donne iniziarono a spostarsi dalle questioni teologiche e letterarie per impegnarsi più direttamente nella filosofia politica.
Di seguito raccontiamo i ritratti di filosofe che hanno lottato contro i pregiudizi di genere, aprendo la strada al pensiero femminista contemporaneo.
Laura Bassi (1711-1778)

Laura Maria Caterina Bassi fu la prima donna a ottenere, nel 1732, dall’Università di Bologna, una laurea in filosofia e una cattedra onoraria, ma stipendiata, di ‘philosophia universa’, cioè di filosofia naturale.
La sua straordinaria intelligenza e il desiderio di apprendere furono presto notati da un parente sacerdote, che le insegnò grammatica italiana, latina e francese. In seguito, un medico di famiglia, che all’università si dedicava allo studio dell’anatomia, ottenne il permesso dai genitori di insegnarle in segreto le stesse materie che i ragazzi frequentanti i collegi studiavano a lezione.
La sua preparazione fu valutata da personalità come Prospero Lambertini, arcivescovo di Bologna, il quale persuase il Senato cittadino a riconoscerle ufficialmente le sue capacità.
Fu proclamata dottore in filosofia e, dopo aver discusso una tesi di filosofia naturale, ottenne l’abilitazione a tenere lezioni universitarie. Nel 1732, ricevette una cattedra onoraria di Philosophia universa e tenne la sua prima lezione sull’anticartesianismo, trattando il tema della “modestia” in filosofia.
Nel 1745 Laura Bassi entrò a far parte, sia pure come soprannumeraria, della classe degli accademici benedettini, appena istituita da papa Lambertini allo scopo di incrementare la produttività dell’Accademia delle scienze. Il nuovo status permise a Bassi di diventare parte attiva della comunità scientifica bolognese.
L’autorevolezza conquistata dalla studiosa nell’ambito della comunità scientifica non solo italiana le fu alla fine riconosciuta dal Senato bolognese che, nel 1776, le assegnò il posto di professore di fisica sperimentale nell’Istituto delle scienze.
Con le sue ricerche, svolte nell’ambito dell’Accademia e dell’Istituto delle scienze, guadagnò fama di esperta conoscitrice della fisica newtoniana e di sagace sperimentatrice nei campi della dinamica dei fluidi, dell’ottica e dell’elettricità.
Mary Wollstonecraft (1759 – 1797)

Importante scrittrice, filosofa e femminista inglese, Mary Wollstonecraft è considerata una pioniera del movimento femminista ed è nota soprattutto per il suo libro “Rivendicazione dei diritti della donna”, pubblicato nel 1792.
Nel suo libro, la Wollstonecraft sosteneva che le donne non erano inferiori agli uomini, ma che la loro mancanza di istruzione e di opportunità le faceva apparire tali. L’autrice chiedeva parità di diritti e di istruzione per le donne, sostenendo che avevano diritto alle stesse libertà e opportunità degli uomini.
Il suo lavoro ebbe un profondo impatto sul movimento femminista e contribuì a formare il pensiero femminista moderno. Fu anche una scrittrice prolifica e scrisse diverse altre opere influenti, tra cui “Pensieri sull’educazione delle figlie” (1787) e “Rivendicazione dei diritti degli uomini” (1790).
Fu profondamente coinvolta nelle questioni politiche e sociali del suo tempo e fu un’accanita sostenitrice della democrazia, della libertà individuale e della giustizia sociale. Nonostante il suo contributo al movimento femminista, la Wollstonecraft affrontò le critiche e il ridicolo dei suoi contemporanei, che spesso liquidavano le sue idee come radicali e poco femminili.
Tuttavia, il suo lavoro ispirò generazioni di donne a lottare per i loro diritti e aprì la strada ai futuri progressi in materia di diritti delle donne. Purtroppo, la vita di questa importante autrice venne stroncata all’età di 38 anni. Sua figlia, Mary Wollstonecraft Shelley, divenne in seguito l’autrice del noto libro “Frankenstein”.
Mary W. Stewart (1803-1879)

Abolizionista, insegnante e giornalista, è stata la prima donna americana conosciuta a parlare a un pubblico misto e la prima donna afroamericana a tenere conferenze pubbliche.
Le conferenze e gli scritti della Stewart esaminavano non solo come i sistemi di razza, genere e classe opprimessero le donne nere, ma anche come frenassero la società nel suo complesso.
Dopo aver assistito al trattamento ripugnante riservato agli afroamericani nel Nord e nel Sud prima della guerra civile americana, decise di diventare un’attivista.
Scrisse e pubblicò un manifesto politico e parlò pubblicamente – impresa non facile per una donna di qualsiasi razza nel XIX secolo – della resistenza radicale necessaria per combattere la schiavitù, l’oppressione e lo sfruttamento.
Il ruolo delle filosofe nell’età moderna. Base del femminismo contemporaneo
Le filosofe del periodo moderno gettarono le basi per i successivi movimenti femministi e ampliarono i confini intellettuali del loro tempo.
Nonostante le difficoltà, le loro opere in etica, teoria sociale e metafisica sfidarono i tradizionali ruoli di genere e contribuirono a plasmare il pensiero filosofico moderno.
I loro contributi, dalla difesa dell’istruzione alla promozione dei diritti politici, sono stati essenziali nella lotta per l’uguaglianza di genere e continuano a influenzare la filosofia femminista contemporanea.
Joana Donato ✍🏻️
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